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Zilia. Clara Schumann: la donna e i suoi Lieder
Edizioni LIM, 2018
Dopo aver fugacemente incontrato Clara Schumann a Vienna in occasione di un concerto da lei tenuto presso l’Hoftheater nel 1854, così la definì la scrittrice inglese George Eliot (1819–1880), compagna dell’intellettuale George Henry Lewis, vecchio amico di Franz Liszt: “una creatura malinconica e interessante. Suo marito era impazzito un anno prima e lei doveva sostenere otto figli.”
In questa definizione, breve e suggestiva, formulata da un artista la cui vita anticonvenzionale poco ha a che vedere con quella di una donna sobria e sempre ligia al dovere come fu Clara Schumann, ma la cui opera narrativa — al pari della carriera della musicista — contribuì a riscattare la produzione artistica femminile dallo spazio limitato del tentativo dilettantesco, la Eliot riassume efficacemente i tratti e gli aspetti fondamentali di quella che fu la vita di Clara Wieck Schumann: l’aspetto malinconico che la contraddistinse fin dall’infanzia anomala che visse, senza madre, senza giochi e totalmente dedita allo studio della musica; quell’atteggiamento interessante, che le conferiva il portamento sobrio e solenne di chi consacrò la propria vita all’arte al punto da essere definita dai più “Sacerdotessa”.
- Clara Wieck Schumann - Lettere, diari, ricordi
- Zilia. Clara Schumann: la donna e i suoi Lieder
- Clara Wieck-Schuman - Selected Piano Works
- Barenreiter Piano Album - Romantic
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Edizioni LIM, 2018
Dopo aver fugacemente incontrato Clara Schumann a Vienna in occasione di un concerto da lei tenuto presso l’Hoftheater nel 1854, così la definì la scrittrice inglese George Eliot (1819–1880), compagna dell’intellettuale George Henry Lewis, vecchio amico di Franz Liszt: “una creatura malinconica e interessante. Suo marito era impazzito un anno prima e lei doveva sostenere otto figli.”
In questa definizione, breve e suggestiva, formulata da un artista la cui vita anticonvenzionale poco ha a che vedere con quella di una donna sobria e sempre ligia al dovere come fu Clara Schumann, ma la cui opera narrativa — al pari della carriera della musicista — contribuì a riscattare la produzione artistica femminile dallo spazio limitato del tentativo dilettantesco, la Eliot riassume efficacemente i tratti e gli aspetti fondamentali di quella che fu la vita di Clara Wieck Schumann: l’aspetto malinconico che la contraddistinse fin dall’infanzia anomala che visse, senza madre, senza giochi e totalmente dedita allo studio della musica; quell’atteggiamento interessante, che le conferiva il portamento sobrio e solenne di chi consacrò la propria vita all’arte al punto da essere definita dai più “Sacerdotessa”.
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